LE CURIOSITÀ DI ELISABETTA E RICCARDO

I professionisti spiegano...

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Curiosità

Miraggio

Foto di un miraggio nel deserto.

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Arcobaleno

Vi presentiamo la video-curiosità a puntate sull'arcobaleno!

Video 1

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Come vediamo i colori?

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Cosa sono i colori?

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Il colore degli occhi

Il colore negli occhi è dato da un pigmento, la melanina, presente nell'iride in diverse quantità. Ma andiamo con ordine...

L'iride è il muscolo che modifica la pupilla, ed è appunto la porzione dell'occhio nella quale osserviamo le diverse colorazioni. Tutte le colorazioni possibili sono date dal medesimo pigmento, la melanina, lo stesso che da il colore alla pelle.
A far variare il colore degli occhi, dai colori più chiari fino ai più scuri, è semplicemente la diversa quantità di melanina presente.

La fisica del colore degli occhi

Se presente in alte concentrazioni l'iride apparirà marrone. Più la concentrazione di melanina è elevata più avremo un marrone intenso, quasi nero. Al calare della melanina potremo apprezzare le diverse tonalità del marrone e del castano.
In questi casi la luce che colpisce l'iride viene assorbita dalla melanina, che tratterrà i diversi colori, mostrandoci prevalentemente le tonalità che compongono il marrone.

Se la quantità di melanina si riduce ancora potremo osservare i colori più chiari, come il nocciola, il verde e il grigio.
Questi colori, apparentemente diversi dal marrone, sono possibili grazie alla combinazione del colore della melanina ad un fenomeno fisico, la diffusione di Rayleigh. Vi ricordate? Ne abbiamo parlato affrontando il colore del cielo: la diffusione fa sì che la luce che colpisce l'iride venga ri-emessa in tutte le direzioni. Poichè, proprio come per il cielo, le particelle diffondenti dell'iride sono piccole, la luce pi&ugarve; diffusa è quella blu, il colore visibile dell'iride assume le sfumature particolari del verde e del grigio. Questi colori sono infatti piuttosto cangianti in base alla luce ambientale, proprio perchè dovuti non solo ad un pigmentazione, ma alla diffusione della luce.

E gli occhi azzurri? Sono dovuti all'assenza di melanina: la responsabile degli occhi azzurri è la sola diffusione!

I casi più particolari

Talvolta il colore degli occhi può variare nel corso della vita: è sicuramente il caso dei neonati, che nascono con poca pigmentazione e presentano quindi spesso occhi chiari. Questi variano nei primi mesi di vita, colorandosi per asssumere la colorazione che il corredo genetico della persona avrà stabilito.

Anche invecchiando può cambiare il colore degli occhi... In questo caso è ancora la diffusione a causare la variazione: con l'avanzare dell'età, le particelle diffondenti dell'iride tendono ad ingrandirsi, facendo venir meno le condizioni per la diffusione di Rayleigh, e provocando invece diffusione di Mie, che produce luce bianca: ecco spiegato perchè gli occhi tendono a sembrare più chiari e biancastri in età senile!

Un ultimo caso molto speciale è quello degli occhi rossi, tipici dell'albinismo: in questo caso le particolari condizioni dell'iride lo rendono più trasparente del dovuto, permettendo alla luce di filtrare verso il fondo dell'occhio e venire diffuso dalla retina, tipicamente rossa per la presenza dei vasi sanguigni. Il rosso che vediamo è dunque dovuto alla riflessione e alla diffusione del fondo dell'occhio.

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Il colore del cielo al tramonto

Il tramonto da sempre affascina l'osservatore grazie ai suoi colori vivi e brillanti. I toni che assumono il sole ed il cielo al tramonto sono molto diversi dal cielo azzurro che abbiamo descritto nelll'ultima curiosità dal titolo Perchè il cielo è azzurro?. Ma come mai il colore del cielo cambia così al tramonto? La risposta è sempre da ricercare nel fenomeno fisico della diffusione, grazie al quale la luce, incontrando le piccole particelle di gas o di umidità sospese nell'aria, viene ri-emessa dalle particelle stesse in tutte le direzioni.

La luce viene diffusa

La luce del sole, passando nell'atmosfera, viene diffusa dalle molecole di gas o dalle minuscole goccioline di acqua sospese nell'aria. Come abbiamo visto (per approfondire: Perchè il cielo è azzurro?), la diffusione di Rayleigh diffonde principalmente la luce azzurra.

Un gioco di colori

Quando il sole si abbassa all'orizzonte, la sua luce deve attraversare una porzione maggiore di atmosfera rispetto a quando è a mezzogiorno. Questo percorso aggiuntivo fa sì che una maggiore componente di azzurro venga diffusa. La luce del sole è composta da molte frequenze, per semplificare pensiamola come composta da tutti i colori dell'arcobaleno. Tutti i colori insieme formano una luce che vediamo bianca: se da questo mix di colori rimuoviamo l'azzurro (dobbiamo rimuoverlo perchè è stato diffuso), quello che ci resta non sarà più luce bianca, ma luce di colore giallo-rosso.
Per lo stesso motivo il sole ci appare giallo, e non bianco, anceh quanto non è al tramonto!

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Perchè il cielo è azzurro?

Vi siete mai chiesti perchè il cielo è azzurro?

Il colore del cielo è dato dalla diffusione, un fenomeno fisico che interessa la luce quando incontra un ostacolo.
Nel caso del cielo, l'ostacolo è rappresentato dalle molecole di gas o dalle piccolissime particelle di umidità sospese nell'aria. Proprio la dimensione ridotta di queste particelle, fa sì che avvenga la diffusione di Rayleigh: in questa configurazione la frequenza più diffusa è quella del blu. Questo significa che, di tutti i colori, verrà diffuso maggiormente il blu, rendendo il cielo azzurro.

Come funziona la diffusione?

Come abbiamo detto, la diffusione è un fenomeno fisico.

Trattando il fenomeno secondo la fisica quantistica, possiamo dire che i fotoni, le particelle di luce, nel loro movimento possono urtare dei corpi. Urtare è proprio il termine giusto, perchè quello che avviene è solitamente un urto elastico. Se immaginiamo un fotone che urta una molecola di gas, ad esempio, ciò che accade potrebbe essere paragonabile allo scontro tra due palle da biliardo.

Poichè la spiegazione di questo fenomeno non è semplice, solitamente si considera la diffusione secondo l'ottica ondulatoria: la luce, che si comporta come un'onda elettromagnetica, colpisce un corpo (nel caso del cielo la solita molecola di gas). Il corpo colpito agisce come una nuova sorgente di luce, emettendo in tutte le direzioni la radiazione ricevuta.

I tipi di diffusione

Possono avvenire diversi tipi di diffusione: possiamo distinguerne le tipologie in base alla dimensione delle particelle colpite dalla luce. Parlando di particelle "piccole" o "grandi", questi termini vanno intesi in riferimento alla lunghezza d'onda della luce: siamo nell'ordine dei nanometri, 10-9 metri, ossia un milionesimo di millimetro...

  • Per particelle piccole avremo diffusione di Rayleigh: in questa configurazione la frequenza maggiormente diffusa è quella del blu.
  • Per particelle grandi avremo diffusione di Mie: in questa configurazione tutte le frequenze della luce incidente sono equamente diffuse. Se la luce è bianca avremo quindi una diffusione nel bianco. Un esempio potrebbe essere la luce del sole che colpisce le nuvole: le particelle d'acqua delle nuvole sono grandi rispetto alla lunghezza d'onda della luce, provocando una diffusione di tutte le frequenze, consentendoci di vedere le nuvole come bianche o grigie.
  • Mentre i due casi appena riportati rappresentano diffusione da urti elastici, per una piccola percentuale di fotoni che subiscono un urto anaelastico, avremo una diffusione particolare, chiamata diffusione Raman.

Per concludere

In conclusione, i colori degli oggetti sono spesso dati dalla diffusione, ma questo non è l'unico fenomeno ottico che interessa la luce e che ci consente di vedere i colori! Esistono altri fenomeni come la riflessione, la rifrazione o l'assorbimento. Tutti questi fenomeni insieme contribuiscono a plasmare gli oggetti, dando forma alla luce che li colpisce, consentendoci di osservare il mondo attorno a noi.

Guarda il video sulla diffusione

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Lenti che proteggono dalla luce blu

Le lenti che proteggono dalla luce blu, spesso chiamate "blu-control" o "blu-block", sono lenti in grado di bloccare una parte della luce blu ad alta energia, che è emessa in grande quantità dagli schermi dei dispositivi elettronici.

Avevamo già parlato di luce blu in un'altra curiosità: Luce Blu.
Quando è troppa, la luce blu può essere dannosa per i ostri occhi, affaticare la vista e alterare il sonno, specialmente per chi passa molto tempo al chiuso in presenza di luce artificiale, o utilizza molto il telefono, tablet o computer.

Come funzionano queste lenti?

Generalmente le lenti funzionano in due modi diversi: alcune lenti sono composte di un materiale che è in grado di assorbire la luce blu, bloccandone il passaggio. Altre lenti sono trattate con un particolare antiriflesso che riflette la luce blu, anche in questo caso lasciando passare solo la luce necessaria.

Questi tipi di lenti possono essere indicate sia per chi cerca la migliore tecnologia sia per chi, come i più giovani, hanno più necessità di protezione e sono esposti per tempi maggiori alla luminosità dei dispositivi digitali.

Una novità le lenti a contatto protettive dalla luce blu

Proprio così: esistono anche apposite lenti a contatto che, oltre a proteggere dai dannosi raggi UV, sono composte di uno speciale materiale in grado di difenderci dalla luce blu! Perfette per chi vive costantemente a contatto con la luce artificiale ma non vuole rinunciare alla praticità delle lenti a contatto!

Lenti trasparenti e raggi UV

Abbiamo già parlato dei raggi UV e delle caratteristiche dei materiali delle lenti oftalmiche. Sappiamo quindi che i raggi UV sono una forma dannosa ad alta energia di luce e che le lenti oftalmiche non sono tutte uguali.

Uno dei fattori che può differenziare una lente dall'altra è la qualità della loro trasparenza alla luce visibile e agli UV. La trasparenza ci dice quanta luce le attraversa: una buona lente è trasparente nel visibile ma dovrebbe bloccare tutti i pericolosi raggi UV.

Non tutti i materiali con i quali vengono prodotte le lenti oftalmiche però sono in grado di bloccare gli UV. Alcuni materiali li lasciano passare, permettendo a questa luce ad alta energia di colpire gli occhi, causando potenzialmente danni sia alla pelle sia ai delicati tessuti oculari.
Nella foto qui sopra possiamo vedere come due lenti si comportino in modo diverso nei confronti della luce UV: una lente consente il passaggio di questa radiazione che riesce così a colorare la lente fotocromatica sottostante (la lente fotocromatica si colora se colpita da raggi UV), mentre una seconda lente blocca completamente questa radiazione dannosa, mantenendo la fotocromatica perfettamente trasparente.

Di seguito possiamo vedere un breve video che ci mostra in diretta questo interessante effetto:

Chiedi sempre al tuo optometrista di fiducia!

Lenti Polarizzanti

La luce polarizzata

La luce si propaga nello spazio come onda elettromagnetica: significa che è caratterizzata dall'oscillazione dei campi elettrico e magnetico. Se l'oscillazione dei campi non avviene in direzioni casuali ma si presenta sempre sullo stesso piano possiamo parlare di luce polarizzata linearmente.

Cosa comporta in pratica?
Quando la luce viene riflessa, ad esempio dalla superficie dell'acqua o dell'asfalto, avviene sempre un fenomeno di polarizzazione anche se parziale. La luce riflessa è quindi sempre polarizzata. Questi raggi riflessi sono quelli più fastidiosi per la visione: abbagliano senza apportare informazioni utili sull'ambiente.

Costruendo delle particolari lenti che assorbano questi raggi di luce polarizzata, possiamo ottenere il grande vantaggio di bloccare selettivamente solo i fastidiosi raggi riflessi. I filtri polarizzanti per occhiali fermano i raggi riflessi, garantendo una miglior visione senza alterare la percezione dei colori e senza risultare troppo scure.

Per ottenere delle lenti prottettive da sole complete occorre un ultimo passaggio. Al filtro polarizzante occorre abbinare una lente ottica colorata per garantire la corretta protezione dall'abbagliamento della luce ambientale. Queste lenti possono avere diverse colorazioni e trattamenti per rispondere alle esigenze del portatore: lenti da guida, da sportm da tempo libero o fashion, la polarizzazione garantisce semrpe una qualità di visione superiore, risultando in un occhiale da sole protettivo e versatile.

Lenti oftalmiche: i materiali

Le lenti oftalmiche rappresentano un ausilio importante per una corretta visione. Per consentire la giusta qualità visiva, i materiali utilizzati in ottica devono garantire buone caratteristiche di uniformità, trasparenza, dispersione e indice di rifrazione.

Materiali

I materiali delle lenti oftalmiche si distinguono fondamentalmente in due grandi categorie: minerale e organico. Le lenti possono infatti essere prodotte in vetro, un solido derivato dal Silicio di uso molto comune, ma di qualità ottica superiore, o in materiali organici, composti cioè da polimeri a base di Carbonio e altri elementi di diversa natura.

Sia per i vetri sia per i materiali organici vengono prodotte alcune varianti che ne ottimizzano diversi aspetti tecnici, per venire incontro alle necessità generate dai diversi poteri da correggere.
Per quanto riguarda le lenti in vetro, al materiale di base vengono aggiunti metalli come il titanio o il lantanio, per rendere il materiale più "pesante" e aumentarne l'indice di rifrazione.
Allo stesso modo per le lenti organiche, ma con variazioni di materiale tipici di ogni ditta e non sempre resi noti, vengono prodotti materiali finiti di diversi indici.

Le caratteristiche dei materiali: l'indice di rifrazione

Abbiamo parlato di indice di rifrazione: questo parametro indica la capacità del materiale di rallentare e deviare la luce che lo attraversa. Più l'indice è alto più la lente potrà essere sottile a parità di potere. Nelle lenti oftalmiche gli indici vanno da un minimo di 1.5 ad un massimo di 1.76 per quanto riguarda l'organico e 1.9 per quanto riguarda il vetro.
Una lente 1.76 sarà quindi più sottile e leggera di una 1.5.

Al variare dell'indice di rifrazione cambiano però anche gli altri parametri di assorbimento e dispersione, che definiscono la trasparenza. Pensiamo al vetro: per aumentarne l'indice occorre inserire nel materiale un metallo, che renderà il vetro più rifrangente aumentandone l'indice di rifrazione, ma anche più dispersivo e meno trasparente. Allo stesso modo anche se con diversi materiali avviene per i materiali organici: non è possibile aumentare l'indice di rifrazione senza agire anche sulle altre caratteristiche del materiale.

L'obbiettivo della costante ricerca delle aziende produttrici e dei ricercatori è dunque trovare l'equilibrio migliore tra questi parametri, per produrre materiali ad alto indice ma con una trasparenza ed una dispersione ottimali.

Le caratteristiche dei materiali: trasparenza e dispersione

La trasparenza è la capacità del materiale di lasciarsi attraversare dalla luce, senza assorbirla o rifletterla. Un buon materiale deve consentire il passaggio di tutta la luce visibile, e trattenere invece la luce non visibile e dannosa, come i raggi UV. I materiali recenti, viste le nuove tecnologie di illuminazione e i dispositivi digitali sempre più presenti, sono stati rivisti per poter bloccare non solo gli UV ma parte della luce blu, visibile ma dannosa se presente in eccessiva quantità. Quanta luce blu bloccare è una domanda ancora in divenire vista la veloce evoluzione tecnologica. Certo è che i moderni led a basso consumo hanno una forte emissione nel blu (luce ad alta energia), richiedendo quindi accortezze particolari.

I parametri che influenzano la trasparenza sono l'assorbimento e la riflessione. Il primo è un parametro tipico del materiale, e dipende da come questo viene prodotto. La riflessione può essere controllata con i trattamenti di superficie: un buon antiriflesso limita la riflessione indesiderata, agendo direttamente sulla trasparenza finale della lente, ottimizzandone la qualità ottica. Per questo il trattamento antiriflesso è una componente fondamentale della lente oftalmica, da considerare come parte integrante dello stesso materiale.

Infine, un ultimo parametro importante è la dispersione. Questo parametro, meno apprezzabile direttamente a differenza di spessore e trasparenza, indica quanto la luce bianca che attraversa la lente viene scomposta nelle sue diverse componenti, quindi i diversi colori.
Questo dato deve mantenersi su parametri adeguati alla qualità richiesta dal settore dell'ottica, poichè anche se non è facile percepirlo ad occhio nudo, è un dato importante per una corretta visione.

Per concludere

Le lenti oftalmiche sono il frutto di costanti ricerche tecnologiche, che puntano a produrre materiali per lenti sottili, trasparenti e dalla qualità ottica superiore.
In base alle necessità, si possono scegliere materiali ad alto o basso indice, per ottimizzare lo spessore e la leggerezza, senza perdere qualità di visione.

Cinetosi Visiva

Con il termine "cinetosi visiva", spesso chiamata anche mal di movimento, si intende un insieme di disturbi che includono capogiri, nausea, mancanza di equilibrio e sensazione di galleggiamento. Questi derivano da una anomala interazione tra stimoli dei sistemi visivo, vestibolare (il sistema che regola l'equilibrio) e propriocettivo (termine con il quale in questo ambito si intende l'insieme della tonicità muscolare del corpo).

Interazione tra visione e vestibolo

In condizioni normali, il sistema visivo funge da indicatore per il sistema vestibolare che regola l'equilibrio. Ad ogni movimento degli occhi, ad esempio, le informazioni visive vengono mandate al vestibolo, situato nell'orecchio interno, perchè questo possa regolare l'equilibrio del corpo di conseguenza. Allo stesso modo, ad ogni movimento del capo il sistema vestibolare coordina dei movimenti oculari. Tutto questo avviene in automatico, senza che noi ne abbiamo coscienza, e ci consente di mantenere una buona fissazione degli occhi anche mentre ci muoviamo, ed un buon equilibrio anche mentre muoviamo gli occhi.

Quando qualcosa nell'interazione tra visione e equilibrio non funziona correttamente il processo non risulta più automatico e ottimale, ma al contrario genera delle interferenze che causano i fastidiosi sintomi di malessere tipici della cinetosi.
I movimenti oculari, che dovrebbero comunicare con il vestibolo per non alterarne lo stato, generano delle difficoltà nel mantenere l'equilibrio. Allo stesso modo i movimenti del capo e del corpo non sviluppano più dei movimenti degli occhi fluidi che possano mantenere una corretta fissazione, ma creano delle alterazioni nella visione.

Interazione tra visione centrale e periferica

Oltre a queste problematiche di interazione, si può sviluppare una anomala gestione delle informazioni visive.
La visione non si limita alla lettura dei caratteri, ma coinvolge il riconoscimento, a volte inconscio, dell'ambiente circostante. Possiamo quindi pensare alla visione come l'insieme della visione centrale o locale e della visione periferica o globale. La visione centrale, ciò che si sta osservando con il centro del campo visivo, ci da informazioni su cosa stiamo guardando, ci consente di leggere i caratteri di un testo o osservare i dettagli di una immagine. La visione periferica ci consente invece di orientarci nello spazio, di percepire la luce e le ombre, i movimenti e le variazioni dell'ambiente. Se le informazioni visive centrali e periferiche non si integrano correttamente può nuovamente svilupparsi la cinetosi visiva. Un esempio tipico è il mal d'auto, che peggiora se si prova a leggere un testo o un messaggio su smartphone. Un altro esempio spesso sottovalutato è rappresentato dai luoghi affollati o ricchi di oggetti o di luce, come un supermercato o una piazza affollata. La quantità di oggetti, di persone o di luci attorno a noi possono causare nervosismo e malessere generale, al quale spesso non pensiamo come ad una problematica visiva ma che potrebbe invece essere spiegato proprio dalla cinetosi.

Come risolvere la cinetosi

L'occhiale non serve! Al contrario, per chi soffre di cinetosi ogni cambio di occhiale, anche una semplice sistemazione possono essere molto fastidiosi poichè cambiano il fragile equilibrio tra visione centrale e globale e tra visione e vestibolo.

La buona notizia è che la cinetosi può essere di solito completamente risolta andando a eliminare tutti i fastidi legati alle attività quotidiane come fare la spesa al supermercato e stare in un ambiente affollato: la soluzione per queste problematiche visive è il training visivo optometrico.

Luce Blu

La luce ci consente di vedere il mondo in tutta la sua bellezza. Diffusa dal Sole o dalle lampade nelle nostre case, si irradia nell'ambiente illuminando tutti gli oggetti. Arrivata ai nostri occhi ci consente di osservare i colori, le forme e tutte le sfumature del nostro bellissimo mondo.

C'è molta differenza però tra la luce naturale del Sole e la luce delle moderne lampade a neon o a led... Sempre di più infatti queste moderne fonti luminose sono ad alta energia, di un bianco vivissimo, quasi tendente all'azzurrino, come ad esempio nei fari delle auto.
Questa luce così accesa, che in genere si definisce bianco freddo, non è altro che una radiazione con una forte componente di luce blu.

Parliamo di luce

La luce bianca è infatti composta da tante luci di energia diversa, che compongono i diversi colori, proprio come nell'arcobaleno. Partendo dal rosso dotato di minore energia, si passa all'arancione, il giallo, il verde, l'azzurro ad energia intermedia, per arrivare al blu-viola ad alta energia.
Oltre a queste che rappresentano la luce che noi possiamo vedere, esistono gli infrarossi, prima del rosso, e gli ultravioletti, dopo il blu-viola, entrambe non visibili ma che possiamo percepire sotto forma di calore o quando ci abbronziamo al mare.

La luce nei dispositivi moderni

Nella luce del nostro Sole, quella più naturale per i nostri occhi, c'è una predominanza di toni caldi di giallo e rosso. Al contrario, nei moderni led si ha una forte dominanza di luce blu. Questa rende il led di un bel bianco brillante ma... Può stancare i nostri occhi!

Ricerche recenti sembrano infatti indicare che l'eccesso di luce blu nei moderni dispositivi elettronici può portare ad affaticamento visivo. Sembrerebbe inoltre che la luce blu sia responsabile di alterazioni dei cicli di veglia e sonno, disturbando il nostro riposo.

Per questo i sistemi più recenti consentono di ingiallire lo schermo nelle ore serali, riducendo l'affaticamento degli occhi. Ma come difendersi davvero dall'eccesso di luce proveniente dal luogo di studio o lavoro, dal cellulare, dagli schermi di pc e televisione, dai fari delle auto e sempre più spesso anche dalle lampadine nelle case?

Lenti da vista per una protezione completa

Per fortuna esistono diversi dispositivi specifici per ridurre l'arrivo di luce blu ai nostri occhi! È il caso delle lenti oftalmiche di nuova generazione, che con il loro materiale o con il trattamento antiriflesso possono bloccare una parte più o meno alta della luce blu.

Non bisogna esagerare... La luce blu, anche se può risultare fastidiosa, è comunque parte della luce bianca. Eliminarla completamente significherebbe privarci di parte della nostra qualità visiva nonchè alterare i colori degli oggetti. Quindi la lente oftalmica non deve bloccare tutta la luce blu!
Al contrario, deve bloccare tutti i dannosi raggi UV, molto simili alla luce blu ma non più visibili e solo dannosi per gli occhi.

Le migliori lenti moderne quindi sono in grado di bloccare completamente la luce UV e di fermare anche una piccola parte della blu, lasciando passare quel che serve a mantenere una buona visione, una corretta percezione dei colori, ma assorbendo l'eccesso che stanca gli occhi.

Come funzionano queste lenti?

Generalmente le lenti funzionano in due modi diversi: alcune lenti sono composte di un materiale che è in grado di assorbire la luce blu, bloccandone il passaggio. Altre lenti sono trattate con un particolare antiriflesso che riflette la luce blu, anche in questo caso lasciando passare solo la luce necessaria.

Questi tipi di lenti possono essere indicate sia per chi cerca la migliore tecnologia sia per chi, come i più giovani, hanno più necessità di protezione e sono esposti per tempi maggiori alla luminosità dei dispositivi digitali.
Alcune ditte di lenti hanno quindi sviluppato più tipi di lenti, alcune con la massima protezione per chi è maggiormente immerso nel mondo digitale, altre per chi cerca una soluzione di protezione più flessibile e discreta.

Quale scegliere? Il vostro optometrista ed il vostro ottico di fiducia sapranno indicarvi al meglio le diverse opportunità attualmente offerte dal mercato, proponendo la soluzione più adatta alle vostre esigenze!

Raggi UV

I raggi UV, o ultravioletti, sono una particolare componente della luce, ad alta energia e non visibile dall'occhio umano.

La luce è quella particolare forma di energia emessa dal Sole, dalle altre stelle, o da dispositivi artificiali come le lampade in casa.
Di tutta la luce, solo una piccola parte è visibile. Una grande quantità di luce ha energia troppo bassa o troppo alta per essere vista, ma arriva comunque a colpire i nostri occhi.

I raggi UV sono appunto una parte ad alta energia della luce. Possono essere molto pericolosi: sono i responsabili dell'abbronzatura estiva, ma proprio come ci possiamo scottare la pelle se prendiamo troppo sole, anche i nostri occhi possono rimanere danneggiati dai raggi UV.
Anzi, poichè i nostri occhi non possono cambiare il loro colore per difendersi, sono più sensibili ai raggi UV e vanno protetti.

Per fortuna ci sono tanti dispositivi e abitudini che ci aiutano.

Primi fra tutti gli occhiali da sole, nati per difenderci dai raggi dannosi oltre che dalla luce in eccesso. Le lenti grazie al loro colore trattengono la luce visibile in eccesso, permettendoci di eliminare quel fastidioso effetto di abbagliamento. Ma se le lenti rispettano gli standard riescono a bloccare anche tutti i raggi UV. Per questo è importante assicurarsi di usare lenti da sole di buona qualità: se non lo sono, i raggi UV, che per noi sono invisibili, potrebbero arrivare ai nostri occhi e danneggiarli senza che noi possiamo accorgercene!
Ricordiamo che è possibile produrre lenti da vista perfettamente colorate e protettive per il sole.

Oltre agli occhiali da sole, esistono diverse soluzioni anche per le lenti chiare da vista.
Un primo esempio sono le lenti fotocromatiche, lenti con apposita tecnologia che si attiva in risposta ai raggi UV, colorando la lente e rendendola una perfetta lente protettiva.
Anche i trattamenti antiriflesso di migliore qualità, pur essendo perfettamente trasparenti, sono prodotti in modo da bloccare i raggi dannosi. Questi trattamenti, effettuati sulle lenti da vista, le rendono quindo non solo più trasparenti alla luce visibile, ma riescono a renderle dei dispositivi di protezione dagli UV.
Infine, molti materiali per lenti da vista, anche se trasparenti, sono prodotti in modo da non lasciar passare questi raggi dannosi! Chiedi sempre al tuo optometrista o ottico di fiducia le specifiche del materiale delle tue lenti!

Una curiosità: anche alcune lenti a contatto, anche queste perfettamente trasparenti e non colorate, possono proteggere gli occhi dai raggi UV! Inoltre, i ricercatori stanno studiando e producendo uno speciale materiale per lenti a contatto fotocromatico, quindi forse presto potremo avere lenti a contatto che si colorano al sole!

Abbiamo visto tanti dispositivi diversi, ma la cosa più importante è ricordarsi di proteggere sempre gli occhi: non possiamo vedere gli UV ma possiamo difenderci!